Monday, May 29, 2000

lunedì 29 maggio 2000 1.06 – Mail a: C.
OGGETTO: Musica/parole/voce.


Ciao C.,
cercherò di esporti nella maniera più chiara possibile quello che mi chiedi
nelle tue domande.
Claudio, come chiunque altro cantautore, alcune volte è "costretto" ad introdurre dei fraseggi che sono puramente funzionali a tutto l'assieme e che da sole non hanno senso logico.

Concentriamoci SOLO sui testi.

In "Un mondo a forma di te" ritroviamo un periodo del tipo:

"...io allora presi via con me pronto a sfidare le mie stelle"

che dal punto di vista grammaticale mi sembra totalmente errato

oppure in "Quanto tempo ho":

"...in fila coi vassoi davanti ai pisciatoi c'è da aspettare o no per quando
tocca a noi
..."

che dal punto di vista senso logico non fornisce nessun elemento, reale o irreale, assimilabile al già conosciuto, per cui la resa è ostica. Potresti dirmi che in quest'ultima frase c'è un riferimento a chissà quale testo o filosofia, ma in ogni caso interdice il livello comunicativo. Sono d'accordo con i vari livelli di lettura, ma il nesso logico deve essere presente in ognuno. In altre parole condividerei questa scelta se tutte le frasi avessero un senso immediato e poi uno, o più sensi, nascosti, ma così non è.

Valutiamo l'assieme.

Se però valutiamo tutto il complesso musica/testi/voce le cose cambiano, e di molto. Laddove il testo "non parla" sopperisce la musica o la voce, e così via invertendo ogni elemento.
Ribadisco, una canzone per essere tale deve avere necessariamente le tre componenti musica/parole/voce, che non sono assolutamente inscindibili, altrimenti il contesto crolla, e le parole, le sole parole, possono perdere di significato, e spesso lo perdono.
Claudio è un maestro ineguagliabile nel miscelare quelle tre componenti, donandogli  quasi una vita propria, ma non sfugge a certe regole, e tantomeno potrebbe farlo. Ti dirò di più, laddove le tre componenti hanno un senso anche se scisse l'una all'altra, il risultato complessivo non è dei migliori.

Per quanto riguarda la voce, e qui mi riferisco alla tua domanda, ti riporto pari passo una considerazione di Vecchioni che mi sembra perfettamente esplicativa:

"La voce nella canzone è quello che manca alla poesia. Quindi l'intonazione, il phatos della voce è chiaramente il collante tra questi due elementi semantici completamente diversi. La canzone è fatta di tre momenti significanti mischiati insieme, ma devono essere mischiati molto bene. Mentre la poesia o la musica colta hanno un solo elemento, le lettere e le note."

Personalmente credo che la vera novità che caratterizza il nuovo album è la musica, e il perchè ho cercato di spiegarlo qualche mail fa su Reginella parlando degli stereofonemi e delle sonorità subliminali, argomenti a cui nessuno ha voluto fornire le proprie considerazioni, cosa che, invece, mi interessava molto. Se pensi che non sono chiaro, quantunque questo non è il mio intento, ti invito sin d'ora a chiedermi spiegazioni per eventuali mail future.

Termino facendoti una domanda, ed ora sono io ad invitarti ad essere estremamente chiara e sincera: perchè mi hai scritto in privato e non su Reginella?

ombra



lunedì 29 maggio 2000 12.02 - A: C.
OGGETTO: R: Musica/parole/voce.


Ciao C.,

> Io ti assicuro che mi sforzo sempre di essere "estremamente chiara", per
> quanto riguarda il sincera, l'esserlo troppo è proprio uno dei miei
> problemi, non sono molto diplomatica ;) ....comunque torniamo alla tua
> domanda, il motivo per cui ti ho scritto in privato è che avevo la
> sensazione che mi sfuggisse qualcosa della tua mail, non so cosa, ma non
ero
> sicura di aver capito cosa volessi dire per cui mi sembrava logico
chiederti
> lumi in pvt invece che su Reginella dal momento che molto probabilmente
era
> solo una mia "esigenza" ...insomma non avevo nulla da aggiungere, volevo
> solo capire se avevo capito quello che volevi dire ...per cui un problema
> mio nei confronti di qualcosa scritto da te ...e quindi ho scritto in ptv
a
> te ...tutto qui. Ho fatto male?


No, non hai fatto male, è solo insita in me la necessità di capire, come di non fermarmi mai davanti alla soglia delle apparenze.
Claudio, nelle sue opere, da tempo cerca di varcare l'immediato a vantaggio di ambientazioni più profonde, percorrendo una linea d'ombra, concetto, questa volta, veramente voluto e, quindi, non casuale, ritrovabile nei testi di VSCDT.
Ma questa è un'altra storia...

A presto.

ombra

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