OGGETTO: Percorsi dello spirito.
Prendo parte alla discussione aperta da Mario puntualizzando quanto segue:
Claudio non è un musicista puro, non è un poeta, ma, bensì, un cantautore, quindi, secondo l'accezione sviluppatasi negli ultimi decenni, è un artista che abbina testi e musiche rendendoli complementari ma inscindibili.
Negli ultimi album Claudio "pensa" le sue canzoni secondo un'assoluta sinergia tra testi e musica, riuscendo, nell'assieme, a renderli veri e propri veicoli evocativi, laddove i suoni generano immagini che, a sua volta, vengono definite dalle parole.
Sono pienamente d'accordo con Mario, in quanto i testi di VSCDT, spesso non isolano nessuna situazione di senso compiuto, ma questo non lo avverto come un limite ma come una caratteristica peculiare dell'evoluzione comunicativa di Claudio, dove l'evoluzione non introduce esclusivamente il concetto di "spostamento" ma anche, e principalmente, di progresso del linguaggio.
L'esigenza diviene quella di comunicare i percorsi interni dello spirito e non più di "fotografare", seppur con una visione originale, la realtà che lo circonda; Claudio traspone il suo modo di fare arte, e da "cantastorie dei nostri tempi" diviene "navigatore dello spirito", introducendo elementi descrittivi che non definiscono analiticamente le ambientazioni - come i "vecchi testi" - ma che le suggeriscono stimolando in nostro immaginario personale.
Mi viene, ora, spontaneo il parallelo tra fotografia e pittura, in quanto la nascita della prima, nell'ottocento, va a vantaggio della seconda che, affrancata dalla funzione di documentarista, rilascia ogni freno creativo e mette in moto un'evoluzione espressiva di cui Vicent Van Gogh è figlio.
VSCDT ha diversi livelli di lettura, proprio perché è quello l'intento di partenza, ed ognuno è altrettanto corretto, almeno finche si rimane nel campo delle sensazioni, e non si sfocia in interpretazioni di scorci di testo estrapolati dal complesso di testo/musica. Ho letto delle interpretazioni che sono un brillante esercizio di stile e fantasia, ma che mi fanno dubitare fortemente circa la loro correttezza; "scavare" laddove poco c'è da scoprire è legittimo, ma dobbiamo essere consci che quella sarà una tinta che noi avremo voluto dare, e che, probabilmente, non esiste nell'intento creatore.
Non trascuriamo, inoltre, una componente fondamentale, cioè la voce, vero e proprio elemento "erotico", chiamata a far da collante unico e irripetibile tra parole - dal significato letterario - e note, che le stesse parole individuano e interpretano. La voce è un'opportunità che hanno i cantanti a differenza dei musicisti e dei poeti, e che Claudio riesce a sublimare in maniera unica, differenziandolo da ogni altro cantautore in quanto alla capacità di generare un indotto altamente emozionale. Personalmente, poi, ritengo la voce di Claudio l'elemento decisivo, capace di rendere alcune canzoni sublimi all'ascolto e subliminali oltre l'ascolto.
Claudio non è un musicista puro, non è un poeta, ma, bensì, un cantautore, quindi, secondo l'accezione sviluppatasi negli ultimi decenni, è un artista che abbina testi e musiche rendendoli complementari ma inscindibili.
Negli ultimi album Claudio "pensa" le sue canzoni secondo un'assoluta sinergia tra testi e musica, riuscendo, nell'assieme, a renderli veri e propri veicoli evocativi, laddove i suoni generano immagini che, a sua volta, vengono definite dalle parole.
Sono pienamente d'accordo con Mario, in quanto i testi di VSCDT, spesso non isolano nessuna situazione di senso compiuto, ma questo non lo avverto come un limite ma come una caratteristica peculiare dell'evoluzione comunicativa di Claudio, dove l'evoluzione non introduce esclusivamente il concetto di "spostamento" ma anche, e principalmente, di progresso del linguaggio.
L'esigenza diviene quella di comunicare i percorsi interni dello spirito e non più di "fotografare", seppur con una visione originale, la realtà che lo circonda; Claudio traspone il suo modo di fare arte, e da "cantastorie dei nostri tempi" diviene "navigatore dello spirito", introducendo elementi descrittivi che non definiscono analiticamente le ambientazioni - come i "vecchi testi" - ma che le suggeriscono stimolando in nostro immaginario personale.
Mi viene, ora, spontaneo il parallelo tra fotografia e pittura, in quanto la nascita della prima, nell'ottocento, va a vantaggio della seconda che, affrancata dalla funzione di documentarista, rilascia ogni freno creativo e mette in moto un'evoluzione espressiva di cui Vicent Van Gogh è figlio.
VSCDT ha diversi livelli di lettura, proprio perché è quello l'intento di partenza, ed ognuno è altrettanto corretto, almeno finche si rimane nel campo delle sensazioni, e non si sfocia in interpretazioni di scorci di testo estrapolati dal complesso di testo/musica. Ho letto delle interpretazioni che sono un brillante esercizio di stile e fantasia, ma che mi fanno dubitare fortemente circa la loro correttezza; "scavare" laddove poco c'è da scoprire è legittimo, ma dobbiamo essere consci che quella sarà una tinta che noi avremo voluto dare, e che, probabilmente, non esiste nell'intento creatore.
Non trascuriamo, inoltre, una componente fondamentale, cioè la voce, vero e proprio elemento "erotico", chiamata a far da collante unico e irripetibile tra parole - dal significato letterario - e note, che le stesse parole individuano e interpretano. La voce è un'opportunità che hanno i cantanti a differenza dei musicisti e dei poeti, e che Claudio riesce a sublimare in maniera unica, differenziandolo da ogni altro cantautore in quanto alla capacità di generare un indotto altamente emozionale. Personalmente, poi, ritengo la voce di Claudio l'elemento decisivo, capace di rendere alcune canzoni sublimi all'ascolto e subliminali oltre l'ascolto.
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