Friday, April 02, 1999

2 Aprile 1999.

Effige.

Adagiato ai ricordi
libero il pensiero,
vago per più dimensioni,
attraverso ci vedo.

Poi librare
su oblique evoluzioni,
protendere al cielo
e ritrovarsi giù.

Serrare lo sguardo,
assimilarsi al vibrare della foglia,
imperversata da acqua
bandita da venti,
al fugace tempo incline.

Attorno empie presenze,
cinte in sapienza
grige d’effige,
proiettano vermiglie luci,
dardi scagliati all’unisono,
devastanti in collera.

Ridestarsi da soli,
serrare il manto,
d’un sorso sentire l’aria attorno,
in scie la realtà che incombe,
segnarne il sentiero,
ergersi e attraversare.


Manilo.

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