11 Aprile 1999.
Alieno.
Nuvole bramano il cielo,
avvinte d’ansia fremono in fugaci bagliori
celano luci e raggi,
fagocitano sommesse ombre.
Crespo il mare specchia e diniega,
ovatta fasti,
ilare lambisce folgori
empio arride insidiando l’orizzonte.
Tratti di tempo fluiscono,
pingono squarci e tele
ricamano lucide sensazioni,
incline osservo,
alieno e avvinto non penso.
Manilo.
Sunday, April 11, 1999
Sunday, April 04, 1999
4 Aprile 1999.
Simboli.
Attorno…
una pioggia di essenze,
cesellate icone,
indispettito sito le accolgo,
muovo l’etere verso me,
attraverso li sento.
Sfuggenti ombre
corrispondenze all’unisono
lambiscono sogni,
ridestano sentori.
Cinte attorno le bramo,
intrise a gocce umide,
scivolano sulla pelle,
svaniscono all’indefinito.
Riecheggiano in me
irte in spasmodica inquietudine
brillano pinte e cangianti
ridondano in ricordi,
memorie magnificanti.
Sono già oltre,
solcano surreali
sperduti emisferi,
ne smarriscono i cardini.
Osservo…
qui il sole in rivoli di luce,
la il Vento empirico in evoluzione,
ovunque odori e scroscii
a ridisegnare l’ora;
simboli nella vita,
fiaccole al cielo,
anime in ansia.
Manilo.
Simboli.
Attorno…
una pioggia di essenze,
cesellate icone,
indispettito sito le accolgo,
muovo l’etere verso me,
attraverso li sento.
Sfuggenti ombre
corrispondenze all’unisono
lambiscono sogni,
ridestano sentori.
Cinte attorno le bramo,
intrise a gocce umide,
scivolano sulla pelle,
svaniscono all’indefinito.
Riecheggiano in me
irte in spasmodica inquietudine
brillano pinte e cangianti
ridondano in ricordi,
memorie magnificanti.
Sono già oltre,
solcano surreali
sperduti emisferi,
ne smarriscono i cardini.
Osservo…
qui il sole in rivoli di luce,
la il Vento empirico in evoluzione,
ovunque odori e scroscii
a ridisegnare l’ora;
simboli nella vita,
fiaccole al cielo,
anime in ansia.
Manilo.
Friday, April 02, 1999
2 Aprile 1999.
Effige.
Adagiato ai ricordi
libero il pensiero,
vago per più dimensioni,
attraverso ci vedo.
Poi librare
su oblique evoluzioni,
protendere al cielo
e ritrovarsi giù.
Serrare lo sguardo,
assimilarsi al vibrare della foglia,
imperversata da acqua
bandita da venti,
al fugace tempo incline.
Attorno empie presenze,
cinte in sapienza
grige d’effige,
proiettano vermiglie luci,
dardi scagliati all’unisono,
devastanti in collera.
Ridestarsi da soli,
serrare il manto,
d’un sorso sentire l’aria attorno,
in scie la realtà che incombe,
segnarne il sentiero,
ergersi e attraversare.
Manilo.
Effige.
Adagiato ai ricordi
libero il pensiero,
vago per più dimensioni,
attraverso ci vedo.
Poi librare
su oblique evoluzioni,
protendere al cielo
e ritrovarsi giù.
Serrare lo sguardo,
assimilarsi al vibrare della foglia,
imperversata da acqua
bandita da venti,
al fugace tempo incline.
Attorno empie presenze,
cinte in sapienza
grige d’effige,
proiettano vermiglie luci,
dardi scagliati all’unisono,
devastanti in collera.
Ridestarsi da soli,
serrare il manto,
d’un sorso sentire l’aria attorno,
in scie la realtà che incombe,
segnarne il sentiero,
ergersi e attraversare.
Manilo.
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