Palermo, 27 Agosto 1998.
Lettera aperta alla neo-nata Ada.
Dolce Ada,
...sono nel pieno di quelle notti...in cui il buio più totale mi avvolge, proiettandomi dovunque nello spazio esista una stella che possa tracciarmi il cammino. E sempre più di sovente il visibile splendore delle stelle più vicine mi impedisce la visione di quelle che vivono di una luce più flebile ma intensa nei colori e negli umori...
False comete si avvicendano, pennellando nel cielo scie che sembrano arginare l’orizzonte...e allora cerco il buio, il buio pesto, che possa rendermi nel profondo degli occhi ogni più piccolo bagliore...che possa accendere in me il lume della speranza...colorando la mia ombra che ancora oggi vive di timide luci.
E plano su mille e più angoli sperduti nell’universo, là dove cerco sempre più insistentemente una o più dimensioni che possano restituirmi quell’innocenza...ormai persa (?)...e dove il tempo, pura invenzione degli umani bisogni, possa cristallizzarsi restituendomi, nel bagliore di un attimo, l’essenza di un’intera vita...o dilatarsi a dismisura fino a perpetuarsi superando i confini di un’eterna passione...
E tu...stella incontrata casualmente da un navigatore del celeste firmamento, mi hai donato tutta quell’energia, linfa vitale, che occorre per viaggiare ancora e per sempre e per mille e più strade nel turbinio dei nostri sentimenti...oggi come ieri soli, veri e potenti risorse dell’umana essenza...
...che tu possa sempre assorbire attraverso il blu dei tuoi occhi i raggi del sole dell’alba e proiettare, stagliata nell’infinito, la tua fiera ombra raggiante dell’immensità dei colori...
***ombra***
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