5 Dicembre 2004
Pulcinella.
Smemore vago
pulcinella incompiuto
tra terre aride
rinsecchite d’acque
o d’imago volte al sogno.
E disegno
in queste mura
capestro di geroglifici
segni con le mani
dal volto verso l’aria.
Qui dove t’aspetto
e preparo meditate di gesta
il lino che avvolgerà
madidi i nostri corpi.
Impavido
nel diverbio intentato
con la parola china
sospesa da qui,
e sino a quel Dì.
Manilo Busalacchi
Leggiadro
Sunday, December 05, 2004
Saturday, November 20, 2004
20 Novembre 2004
Immaginare.
Quando incoscienti
usciamo dalle scure stanze
riscendiamo scalini
senza tregue nei rintocchi
sordi dei passi,
rigiriamo il circolo
con il grido in gola
che assorda la mente.
Uno in più,
solo questo
alla collezione di strati
presto levitanti d’oblio
e in agguato digrigna la sera
adagiando quella rugiada
stantia di brina e respiri.
Avanziamo distratti
entro riflessi filtrati
da tepori degni d’artifici;
scaliamo marce
per riprendere la corsa ceca
d’una vita da immaginare.
Manilo Busalacchi
Immaginare.
Quando incoscienti
usciamo dalle scure stanze
riscendiamo scalini
senza tregue nei rintocchi
sordi dei passi,
rigiriamo il circolo
con il grido in gola
che assorda la mente.
Uno in più,
solo questo
alla collezione di strati
presto levitanti d’oblio
e in agguato digrigna la sera
adagiando quella rugiada
stantia di brina e respiri.
Avanziamo distratti
entro riflessi filtrati
da tepori degni d’artifici;
scaliamo marce
per riprendere la corsa ceca
d’una vita da immaginare.
Manilo Busalacchi
Sunday, October 24, 2004
Sunday, August 01, 2004
Dai mesi passati c'è un titolo che balena nella mia mente, imperterrito, serafico. Siamo già al volgere del primo, secondo o terzo anno, ma lui è lì, immutato, che si autorigenera ad ogni tentativo di glissare.
Una storia che non emerge, che forse non esiste nemmeno, ma che riecheggia sovente. E' l'attesa del compimento di ciò che il fato ha già cinicamente sussurrato, è un concetto presente ma non ancora vergato, nè su poche righe e nemmeno nell'effige d'un romanzo. C'è, è latente, sono io, le mie parole, parte della mia voce, è la ricerca involontaria di una congiunzione predetta dai ricordi ma coniugata al futuro.
Sarà normale tutto questo?
(da: Il Club del Sabato)
Una storia che non emerge, che forse non esiste nemmeno, ma che riecheggia sovente. E' l'attesa del compimento di ciò che il fato ha già cinicamente sussurrato, è un concetto presente ma non ancora vergato, nè su poche righe e nemmeno nell'effige d'un romanzo. C'è, è latente, sono io, le mie parole, parte della mia voce, è la ricerca involontaria di una congiunzione predetta dai ricordi ma coniugata al futuro.
Sarà normale tutto questo?
(da: Il Club del Sabato)
Saturday, July 31, 2004
In ogni mare c'è un orizzonte; raggiunto ne intravedi un altro, poi un altro ancora. In quest'infinito diffuso, c'è una coerenza armonica, una placida tranquillità, una certezza in dissolvenza.
Ogni valle, ogni terra, è interminabile; dopo un vicolo o un casolare ne scorgi ancora un altro, tutti sempre diversi, da capire, con l'incertezza nel cuore. Non accenni alla parola fine, e non capisci cosa ti ha generato, sembriamo fustelli spersi.
Bentrovati, compagni di sporadici viaggi e di soventi polemiche!
(da: Il Club del Sabato)
Ogni valle, ogni terra, è interminabile; dopo un vicolo o un casolare ne scorgi ancora un altro, tutti sempre diversi, da capire, con l'incertezza nel cuore. Non accenni alla parola fine, e non capisci cosa ti ha generato, sembriamo fustelli spersi.
Bentrovati, compagni di sporadici viaggi e di soventi polemiche!
(da: Il Club del Sabato)
Wednesday, June 09, 2004
9 Giugno 2004
Caprioli.
Presto,
nel tenue sole di levante
quando il mattutino
allunga le ombre,
paralleli,
tra le falangi di luce
e un balletto d’occhi neri
due caprioli svettano
vispi d’incroci
e di timori gerarchi
d’incorruttibile sintonia
sventolano appena il muso
ad apporre fiero accento
sull’elegante passo
osservano distanti
e scompaiono
silenti e veloci
nell’arco di vita lieve
d’un fresco
ed ignaro pensiero.
Manilo Busalacchi
Caprioli.
Presto,
nel tenue sole di levante
quando il mattutino
allunga le ombre,
paralleli,
tra le falangi di luce
e un balletto d’occhi neri
due caprioli svettano
vispi d’incroci
e di timori gerarchi
d’incorruttibile sintonia
sventolano appena il muso
ad apporre fiero accento
sull’elegante passo
osservano distanti
e scompaiono
silenti e veloci
nell’arco di vita lieve
d’un fresco
ed ignaro pensiero.
Manilo Busalacchi
Friday, June 04, 2004
4 giugno 2004
Gocce.
Acqua
su gocce
giù per le righe
sparse, rantellanti
appena sporte
insieme corali.
Piani sgretoli
aizzati di venti
e granelli smossi
concentrici
l’un l’altro.
Sporti dall’alto
sussurri cadenti
incidenti barcolli
su punti neri
d’incuria e premure.
Bordure d’anima
senso umido
di grani bianchi
duri d’ira
a cernere senso.
Manilo Busalacchi
Gocce.
Acqua
su gocce
giù per le righe
sparse, rantellanti
appena sporte
insieme corali.
Piani sgretoli
aizzati di venti
e granelli smossi
concentrici
l’un l’altro.
Sporti dall’alto
sussurri cadenti
incidenti barcolli
su punti neri
d’incuria e premure.
Bordure d’anima
senso umido
di grani bianchi
duri d’ira
a cernere senso.
Manilo Busalacchi
Sunday, May 02, 2004
2 Maggio 2004
Avi.
Lume nero stravolto
d’aria varia soffocata,
non c’è parola
quando cupo scende
l’indice voluttuoso.
Il fender d’orgoglio
celarsi in fasce di mani
sospesi al raziocinio
sfaldo che s’offende.
Ai piedi dell’immane gorgo
l’altrui volere
di gusto, d’ansia e d’alterigia,
freni inibitori ai binari impropri
moto geometrico
fuor d’orbita corretta.
D’anni e cenere
si corrompe l’imperizia,
corro savio d’Avi
numi d’ogni dove
stirpe di nodi e legno
nello spumoso vezzo
di sale e terra
tra lama e piombo
vacui di Fato a tre liste.
Manilo Busalacchi
Avi.
Lume nero stravolto
d’aria varia soffocata,
non c’è parola
quando cupo scende
l’indice voluttuoso.
Il fender d’orgoglio
celarsi in fasce di mani
sospesi al raziocinio
sfaldo che s’offende.
Ai piedi dell’immane gorgo
l’altrui volere
di gusto, d’ansia e d’alterigia,
freni inibitori ai binari impropri
moto geometrico
fuor d’orbita corretta.
D’anni e cenere
si corrompe l’imperizia,
corro savio d’Avi
numi d’ogni dove
stirpe di nodi e legno
nello spumoso vezzo
di sale e terra
tra lama e piombo
vacui di Fato a tre liste.
Manilo Busalacchi
Monday, April 12, 2004
12 Aprile 2004
Parola.
Porte e cantine
su scafi mezzi
di fragori,
porti sfaldi
bianco stesi
crespi tra onde
d’ansie vortice
e gorghi lesi,
desti alle chiglie
chini plachiamo
fiordi aculei
e cechi sbricioli,
spiove rarefatta
scura d’ombre d’otre
la parola
che solleva, ora
e c’inchioda a sentina
per il far di poppa.
Manilo Busalacchi
Parola.
Porte e cantine
su scafi mezzi
di fragori,
porti sfaldi
bianco stesi
crespi tra onde
d’ansie vortice
e gorghi lesi,
desti alle chiglie
chini plachiamo
fiordi aculei
e cechi sbricioli,
spiove rarefatta
scura d’ombre d’otre
la parola
che solleva, ora
e c’inchioda a sentina
per il far di poppa.
Manilo Busalacchi
Sunday, April 11, 2004
Thursday, April 08, 2004
8 Aprile 2004.
Ghigni.
In flessuosa memoria
rimango, volgo
l’arco sotteso d’un cielo nano
prigione fra i lustri
tra le dita e le mani.
Bieco,
fatuo intelletto
ghigni
per l’altrui sorte e restrizione
ma d’un pugno non si cinge
porpora e vanesia poesia.
Di lapilli
vestirò ogni falsa effige
fin quando chino sarai allo stupore;
guaderò allora il tuo sguardo inerte.
Fantasie illusorie;
il verso nutre
tra polvere che oscura
fin tanto che brilla.
Manilo Busalacchi.
Ghigni.
In flessuosa memoria
rimango, volgo
l’arco sotteso d’un cielo nano
prigione fra i lustri
tra le dita e le mani.
Bieco,
fatuo intelletto
ghigni
per l’altrui sorte e restrizione
ma d’un pugno non si cinge
porpora e vanesia poesia.
Di lapilli
vestirò ogni falsa effige
fin quando chino sarai allo stupore;
guaderò allora il tuo sguardo inerte.
Fantasie illusorie;
il verso nutre
tra polvere che oscura
fin tanto che brilla.
Manilo Busalacchi.
Friday, April 02, 2004
Wednesday, February 18, 2004
18 Febbraio 2004
Indole
Orsi bighelloni
volgiamo impanati
tra mole e affinità,
Aggressivi e prospettici
solleviamo ghigni,
mesti di timori
urliamo svariati
tra cielo e luna.
Feriti ricadiamo
languidi d’occhi neri;
Il letargo,
altro non è dato
all’indole e all’animale.
Ci sarà un risveglio
oltre mille assopimenti,
per un lamento,
dardo scagliato a fendere
o a tornare spiovente.
Manilo Busalacchi
Indole
Orsi bighelloni
volgiamo impanati
tra mole e affinità,
Aggressivi e prospettici
solleviamo ghigni,
mesti di timori
urliamo svariati
tra cielo e luna.
Feriti ricadiamo
languidi d’occhi neri;
Il letargo,
altro non è dato
all’indole e all’animale.
Ci sarà un risveglio
oltre mille assopimenti,
per un lamento,
dardo scagliato a fendere
o a tornare spiovente.
Manilo Busalacchi
Saturday, February 14, 2004
Saturday, February 07, 2004
Sunday, January 25, 2004
25 Gennaio 2004.
Bardotti.
Mezzanotte
questa mia di pene
giù per scarpe sfitte
a capo chino
di mani e tempie.
Segnali
simulati a volteggiare,
o attese
sorsi d’ansie disilluse.
Statico
simmetrico e glaciale
al volgere è nuova mezzanotte
di sopite campane.
Lascivo andare
dolce m’è
svilire bardotti
tra lo sperso che vuol annoverare.
Manilo Busalacchi
Bardotti.
Mezzanotte
questa mia di pene
giù per scarpe sfitte
a capo chino
di mani e tempie.
Segnali
simulati a volteggiare,
o attese
sorsi d’ansie disilluse.
Statico
simmetrico e glaciale
al volgere è nuova mezzanotte
di sopite campane.
Lascivo andare
dolce m’è
svilire bardotti
tra lo sperso che vuol annoverare.
Manilo Busalacchi
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