Friday, December 15, 2000

15 Dicembre 2000

Zu Peppi.

Si può essere artisti
intingendo di colla
tele di cuoio?
Eppure ricordo:
pennelli, barattoli,
tavolozze come acquarelli,
chino a fronte il risultato suadente
pronto ora a ritornar tra la gente.

Non scrivo di quadri,
non scorgo dipinti,
riaffiora alla mente,
in un odore pungente,
un uomo tra lo scuro dismesso
che fronde di luce crespa punzecchia.
Ventagli di chiodi, un fiero martello
riverso su forme inconsulte agli occhi dei più
lieve il tempo ritorna, e sorpreso è presente
al ricostruir dei vestiboli che ci adornano i passi.

Una vita in ritiro a meditar flotte d’orme,
e chissà quante storie affiorate alla mente,
tracce esaltate dai vizi di ogni impavido cammino.

Mi disse un giorno,
e io infante ascoltai:
“il mondo è un ricovero
e urge il restauro”.
Mai più, da quel dì illuminante,
ho scorto un pittore dal fare ansimante
e dedito all’arte,
come Peppi
titolato Zu
scarparu e poetante.

Manilo.

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