Dai mesi passati c'è un titolo che balena nella mia mente, imperterrito, serafico. Siamo già al volgere del primo, secondo o terzo anno, ma lui è lì, immutato, che si autorigenera ad ogni tentativo di glissare.
Una storia che non emerge, che forse non esiste nemmeno, ma che riecheggia sovente. E' l'attesa del compimento di ciò che il fato ha già cinicamente sussurrato, è un concetto presente ma non ancora vergato, nè su poche righe e nemmeno nell'effige d'un romanzo. C'è, è latente, sono io, le mie parole, parte della mia voce, è la ricerca involontaria di una congiunzione predetta dai ricordi ma coniugata al futuro.
Sarà normale tutto questo?
(da: Il Club del Sabato)
Una storia che non emerge, che forse non esiste nemmeno, ma che riecheggia sovente. E' l'attesa del compimento di ciò che il fato ha già cinicamente sussurrato, è un concetto presente ma non ancora vergato, nè su poche righe e nemmeno nell'effige d'un romanzo. C'è, è latente, sono io, le mie parole, parte della mia voce, è la ricerca involontaria di una congiunzione predetta dai ricordi ma coniugata al futuro.
Sarà normale tutto questo?
(da: Il Club del Sabato)